Scacchiatura non è una parolaccia ma salute della vite

Un lavoro lungo di pazienza fatto a mano, pianta per pianta, per avere un ottimo vino.

In questo periodo, nel vigneto, ci troviamo nella fase fenologica di “prefioritura”. E’ un momento che richiede un lavoro certosino, completamente manuale, la schiacchiatura, chiamata anche “potatura verde”. Consiste nel diradamento dei tralci, con l’eliminazione di quelli sterili e la selezione dei migliori “capi a frutto”. Alleggerire la pianta da un carico di grappoli elevato è la base per una prima selezione delle uve, fondamentale per un obiettivo enologico di qualità e per avere un ottimo vino.

Questa, insieme alla spollonatura (pulitura del gambo della vite), riesce ad abbassare il tasso di umidità all’interno del vigneto e ad avere una migliore penetrazione dei prodotti fitosanitari biologici, riducendone le quantità necessarie.

A I Balzini, la forma di allevamento prevalente è a cordone speronato e la scacchiatura assume un ruolo di grande importanza; con questa si eliminano i germogli spuntati sotto e sulla curva del cordone permanente, ma che tuttavia vengono talvolta lasciati, benchè sterili, per rinnovare la pianta durante l’inverno successivo.

Questo lavoro deve essere fatto quando i germogli sono ancora teneri, per asportarli meglio. In un’ottica di agricoltura biologica, con prodotti che agiscono per contatto, la scacchiatura, seppur sacrificando la produzione da un punto di vista quantitativo, serve al metabolismo della vite, conferisce una migliore diffusione della linfa, orientata adesso verso il germoglio principale, e ne migliora la crescita, con il risultato di uve sane e un ottimo vino.