Il vino e la moda indissolubile connubio

I sensi uniscono il mondo del vino e della moda per l’irrinunciabile tocco Italian Style.

L’Italia nel mondo miete successi internazionali per moda e vino. Sono settori che danno valore aggiunto alla nostra economia coinvolgendo migliaia fashion victims e wine lovers
Questi due mondi si uniscono, si intersecano, a volte parlano un linguaggio sensoriale comune: vista, olfatto, tatto si coniugano in termini comuni; chi può dimenticare il famoso rosso bordeaux, un rosso particolarmente scuro, il cui nome deriva dall’omonimo vino francese. Il colore del vino cambia negli anni, ecco il rosso rubino, granato, il rosso porpora, il colore che durante il Rinascimento indossava la famiglia de Medici. Il vino ha sentori floreali, stampe bouquet, rose da giardino inglese sono la sintesi delle tendenze moda per la primavera estate 2017 vestiti fleury e abiti a fiori di tutte le fogge, tagli e stili, da indossare in liberi abbinamenti botanici, portando al naso un calice di vino per inebriarsi di viola mammola, giaggiolo, rosa tea, lavanda, ginestra una variegata corbeille di inebrianti sentori. L’immaginazione si anima alla inebriante sensazione tattile regalataci da Neruda …“vino morbido come un disordinato velluto”, emozioni da trovare nei vini prodotti a I Balzini.
La moda e il vino hanno anche una parola comune: vintage. Sinonimo di eleganza indossare un vecchio abito scovato nei mercatini, oppure pagato a caro prezzo nei negozi di tendenza, purchè sia griffato. Uno Chanel originale degli anni ’40 ha visto fashion-addicts disposte a pagare cifre astronomiche per accaparrarselo. Per le vecchie annate del vino c’è chi le cerca in enoteche specializzate, chi alle aste ufficiali – Christie’s e Sotheby’s i punti di riferimento a livello internazionale, Pandolfini a Firenze.

Il vino ha mietuto vittime anche tra gli stilisti che non sono riusciti a resistere alla tentazione di diventare vigneron: Roberto Cavalli bottiglie deluxe di vino toscano “vestite” nel suo inconfondibile stile; la famiglia Ferragamo produce vino al Borro, Antonio Moretti, patron della Tenuta Sette Ponti e imprenditore del mondo della moda con i marchi Carshoe e Arfango, Stefano Ricci che ha vestito la sua bottiglia con eleganti motivi cashmere. Fuori dalla Toscana Renzo Rosso, il vulcanico Mr. “Diesel”, che produce vini con il suo cognome, i Missoni, con vigneti nelle Langhe e in Sicilia e Brunello Cucinelli che fa vino per una sorta di ritorno alla vita agreste.

Cosa scegliere per il brindisi di SanValentino?

Cosa scelgono gli innamorati per il brindisi di San Valentino? Le indagini indicano i grandi vini rossi italiani. Probabilmente la iason del colore lega la scelta: rosso colore della passione, del fuoco, del vino, elementi che in una storia d’amore si fondono.
Gli innamorati usualmente per il giorno del romanticismo scelgono un ristorante o le intime mura di casa dove consumare il nettare di Bacco guardandosi negli occhi, al lume di candela.
La compagnia di un vino morbido, elegante, piacevole da bere; il rito di aprire la bottiglia, scoprirne i variegati profumi , suadente al palato, equilibrio perfetto, tutto serve a rendere indimenticabile la serata.
La scelta del vino crea una grande intesa, farla insieme è condividere un momento di complicità. L’universo degli innamorati è grande e variegato, senza dimenticare un grande aforisma “ Una donna e un bicchiere di vino soddisfano ogni bisogno, chi non beve e non bacia è peggio che morto. Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832)”.

Vino un bene prezioso non sprechiamo gli avanzi

Il vino è un bene prezioso, pazienza per produrlo, tempo per affinarlo. Il contenuto di un calice di vino rosso ha effetti positivi sulla salute e sulla mente; incide positivamente sull’umore, allontana gli effetti negativi della vecchiaia e alcune malattie. Bere, con moderazione, fa bene, la forte presenza di polifenoli e bioflavonoidi sono un toccasana e nella cosmesi da lucentezza alla pelle, allora non sprechiamolo.
Degustiamolo a tavola con familiari ed amici, conserviamo gelosamente l’avanzo di bottiglia per il giorno dopo, nuovi tappi tecnici , usati per conservare il vino, impediscono un’ossidazione veloce sono ottimi per farlo durare inalterato qualche giorno.
L’impiego in cucina degli avanzi del vino sono variegati; noi ne abbiamo provato diversi, sperimentando anche varie ricette e ne condividiamo qualcuna con voi.
Il risotto a I Balzini, gustoso, elegante, con un piccolo segreto di Antonella D’Isanto per smorzare l’acidità. La cottura del vino non diminuisce l’acidità che non evapora e si aggiunge ai sapori del cibo. Sarà allora opportuno renderla più gradevole e meno aggressiva, impiegando ingredienti tendenzialmente dolciastri, come grassi e amidi.
Il segreto nella ricetta.

Risotto al vino i Balzini White Label

Ingredienti per 4 persone

gr.350 di riso carnaroli
1 scalogno
2 salsicce
gr.100 fagioli cannellini lessati
1 bicchiere di I BALZINI White Label
brodo q.b.
3 cucchiai di olio d’oliva extravergine
pecorino toscano stagionato

Mondate lo scalogno e tritatelo finemente, farlo appassire nell’olio a fuoco basso; appena lo scalogno è leggermente dorato aggiungere la salsiccia precedentemente spellata e fatta a pezzettini. Farli rosolare insieme per qualche minuto continuando a schiacciare la salsiccia con una forchetta; unire il riso, far rosolare fino a quando diventa trasparente a questo punto sfumare con il vino continuando a mescolare. Quando il vino sarà evaporato continuare a cuocere a fuoco medio, aggiungendo il brodo poco alla volta per non far asciugare il riso e facendo attenzione che il brodo aggiunto sia sempre caldo per non interrompere la cottura. A cottura quasi ultimata aggiungere i fagioli cannellini schiacciati, far amalgamare il tutto (questo è il segreto di Antonella D’Isanto).
Ultimata la cottura far riposare il riso un paio di minuti e servirlo con sopra il pecorino a scaglie.

Il vino nel legno come pulire e sanificare le barrique

L’utilizzo di contenitori in legno per la conservazione e il trasporto del vino è antichissimo, e sembra risalire all’epoca egizia. Di varie forme e materiali, nel tempo si diffusero quelli dai contorni panciuti, tipo l’attuale botte, che risultarono i migliori per il trasporto del vino sulle navi.
Se prima il legno più utilizzato era il rovere della Bosnia e Slavonia adesso la tendenza è verso il rovere francese, ideale per la diversa concentrazione di tannini e per le tecniche di taglio, lavorazione e tostatura delle tonnellerie francesi.
Oltre ad essere costose, le barrique necessitano di cure e attenzioni. Fondamentale la pulizia per eliminare le incrostazioni di tartrati, raggiungendo possibilmente gli strati interni delle doghe, che potrebbero ospitare micro-organismi e le tanto temute colonie di Brettanomyces. Le tecniche di pulizia più utilizzate prevedono l’uso di acqua calda superiore a 70°C, vapore a 110°C e l’uso di prodotti specifici.
A I Balzini usiamo la solfitazione: si accende un dischetto di zolfo e si inserisce nella barrique tappandola. L’anidride solforosa penetra all’interno delle microporosità del legno, svolgendo un’azione disinfettante in profondità contro le colonie di micro-organismi inquinanti, responsabili di difetti olfattivi nei vini.

Prepariamo le barrique per il blend della nuova annata

I vini rossi che hanno una buona struttura, possono essere messi in barrique per arricchirsi dei composti ceduti dal legno, degli aromi e avere una micro ossigenazione naturale che avviene attraverso le doghe di legno.
Le barrique sono piccole botti costruite con legno di rovere, di piccole dimensioni, 225 litri quella bordolese e 228 quella di borgognona.
Le barrique, oltre ad essere costose, richiedono molta manodopera (travasi, colmature) e un’igiene scrupolosa. Devono essere lavate bene, noi le laviamo con l’idropulitrice e le sterilizziamo con dischetti di zolfo, anche perché all’interno della barrique può svilupparsi il brettanomyces, un microrganismo responsabile della produzione di composti aromatici sgradevoli: i fenoli volatili, ovvero il classico sentore di sudore di cavallo, pipì di topo, straccio bagnato.
Le nostre barrique sono custodite in un ambiente climatizzato intorno ai 18° con un grado di umidità superiore all’80%; per evitare che queste si secchino e assorbano quindi più vino. L’annata 2016 ha già fatto la malolattica nei tini, adesso prepariamo i blend quindi mettiamo il vino dentro le barrique ad affinarsi per circa un anno. Poi vi faremo veder come…

Formati grandi e preziosi come conservarli in cantina.

Non tutti i vini e non tutte le annate sono ideali per un lungo invecchiamento. Anche le migliori etichette hanno una durata limitata nel tempo se la stagione non è stata climaticamente perfetta.

Il clima ha un grande peso nell’eccellenza dei vini e nel loro invecchiamento. Per quanto riguarda i vini rossi il loro potenziale di invecchiamento dipende inoltre dal tipo di uva, dalla limitazione della resa in vigna, dalla presenza dei tannini. Il vino in bottiglia negli anni si affina, i tannini decadono, si ammorbidiscono e il vino diventa più morbido.

Perchè usiamo bottiglie più grandi? Le dimensioni sono importanti, qui il vino invecchia più lentamente rispetto alle bottiglie normali, in quanto, in proporzione alla massa di vino inserita, resta meno ossigeno all‘interno della bottiglia quando viene tappata; la maturazione è più lento e aumentano la qualità del gusto e dei profumi.

Nelle grandi annate produciamo formati speciali: Magnun, Jéroboam, Imperiale, Mathusalem Balthazar, Nabuchodonosor. I nostri grandi formati vengono custoditi in una sala a temperatura di 18° con un tasso di umidità dell’85% e oltre a tutti questi accorgimenti, alla fine una grande dose di cura e passione.

Ricicliamo in bellezza tappi usati per farne monili

A I Balzini siamo sempre attenti alla salvaguardia dell’ambiente anche in maniera allegra e creativa. Ecco che i nostri tappi usati diventano dei veri e propri gioielli: orecchini, ciondoli e portachiavi ideati dalla fantasia creativa di Diana D’Isanto.

E’ una consuetudine ormai nota che le donne dell’azienda Antonella e Diana accolgano le signore a Vinitaly regalando un paio di orecchini realizzati con i tappi usati. E’un modo carino di riutilizzare i tappi e ornare i lobi delle signore che vanno allo stand.

Il successo di questa iniziativa le ha anche convinte a lanciare la campagna “il tappo ti fa bella”. Infatti, coloro che faranno pervenire due tappi all’azienda, vedranno realizzato un monile dalle mani di Diana.

Per avere uno di questi oggetti è facilissimo: spedire 2 tappi di sughero “I Balzini” all’indirizzo dell’azienda Loc. Pastine 19, 50021 Barberino Val D’Elsa (FI)”. Noi ci impegniamo a creare una coppia di orecchini “eco-sostenibili” o due ciondoli/portachiavi, che verranno recapitati a casa vostra.

“Il tappo ti fa bella” una simpatica iniziativa che fa bene all’ambiente.

Esame degustatori Ais della delegazione di Firenze

Si è svolto sabato l’esame per degustatori Ais e i dodici Sommelier della delegazione di Firenze hanno tutti superato l’esame. Cinque di loro hanno partecipato alla nostra Borsa di Studio e uno, Simone Loguercio, si è classificato 1° nell’edizione 2014.

La Borsa di Studio I Balzini è un’ iniziativa ideata in onore del socio fondatore Vincenzo D’Isanto e premia i più promettenti neo Sommelier della delegazione AIS di Firenze che si contendo il premio di assegno del valore del corso.

L’esame consiste nello svolgimento di una prova scritta e una degustazione bendata, durante la quale i candidati dovranno riconoscere, tra altri tre, un vino de I Balzini. A seguire i tre candidati che avranno ottenuto i migliori risultati nella mattinata si affronteranno in una prova orale, aperta al pubblico, durante la quale degusteranno un vino raccontando l’azienda.

A I Balzini” spiega Antonella D’Isanto “ci si impegna nella diffusione e promozione della cultura del vino e del bere consapevole. Crediamo, infatti, che i giovani Sommelier ereditino l’onore e la responsabilità di coltivare e trasmettere questi valori che rappresentano una passione e anche la possibilità di costruirsi un futuro professionale”.