Cosa succede dopo la gelata nel vigneto?
Le ricadute sull’uva della scorsa gelata; l’esposizione del vigneto può cambiare la situazione
In questo periodo il vigneto è in una delicata fase vegetativa; i germogli della vite hanno un’alta percentuale di acqua e questo li rende comprensibilmente molto vulnerabili alle gelate notturne.
Anche una parte dei vigneti a I Balzini ha sofferto dell’improvviso e intenso abbassamento della temperatura; in particolar modo la parte dei vigneti più a valle, dove la brinata notturna si è condensata sui teneri germogli e sulla prefioritura, mentre i vigneti in declivio, forse per la maggiore ventilazione, hanno resistito meglio. I filari di Sangiovese, tutti in grande declivio, in un vigneto protetto dai colli circostanti sono in ottima salute; idem per i vigneti dell’anfiteatro sotto casa che sono stati protetti dai rigori del gelo per la conformazione a conca del vigneto.
A questo punto, una parte del raccolto è sicuramente compromesso; le teneri gemme bruciate non si ricostituiranno più e la vite reagirà a questo trauma con l’emissione di nuovi germogli dalle sottogemme. In genere però questi germogli non sono fertili e qualora lo fossero, daranno seguito forse a una tardata produzione, con un numero di grappoli inferiore di dimensioni e di numero.
La parte lignea della vite, almeno a queste temperature non subisce danni, ma l’incertezza meteorologica ci fa stare molto preoccupati e come dice un vecchio proverbio “La nebbia di marzo non fa male, ma quella d’aprile toglie il pane e il vino”.