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I Balzini Gold Label vino di un mare di anni fa!

La Toscana, una terra sommersa dal mare, un terreno cosparso di fossili che conferiscono al vino sapidità e sentori minerali.

Durante il periodo pliocenico (da 5 a 2,2 milioni di anni fa circa), molte zone della Toscana erano invase dal mare. La linea della costa era diversa, come si può vedere nella cartina, la costa era spostata di diversi chilometri in avanti, le acque si univano all’attuale Mar Ligure. Le terre emerse erano probabilmente costituite da una moltitudine di isolotti e atolli.
Sui fondali di questo mare si sono depositati sedimenti e resti degli organismi viventi dell’epoca che, grazie a particolari condizioni chimico-fisiche, si sono conservati in fossili fino a oggi. Infatti è piuttosto facile reperire nel vigneto, a I Balzini, fossili bivalve, a volte ancora chiusi, con il mollusco dentro fossilizzato.
Su questo mare atavico sono stati impiantati i vigneti dell’azienda; uno in particolare, di Merlot, è stato frutto di cure e attenzioni speciali: un taglio alle radici, ripetuto per vari anni, ha indotto il fittone a scendere verso il fondo, alla ricerca della sapidità e di quei sentori minerali che potessero dare al vino un’impronta territoriale unica.

E’ questa la visionaria e coraggiosa scelta fatta in vigna da Antonella D’Isanto, che ha creduto nel proprio sogno di fare un vino che fosse forte espressione del territorio, e ha cercato, nella profondità del vigneto, quei sentori antichi che dessero originalità ed eleganza alla sua “creatura” I Balzini Gold Label, un sogno di… vino.

Dieses seltsame, auf dem Kopf stehende Fläschchen im Weinkeller

Es vergeht kein Tag, ohne dass ein Besucher neugierig nachfragt, was dieses seltsame Objekt aus Glas oben auf den Fässern sei. Es handelt sich um einen Gäraufsatz, der den Wein vor dem Kontakt mit der Luft schützt und entsprechend vor einer Sauerstoffzufuhr.

Komplett aus Glas besteht der Aufsatz aus zwei “Blasen”: einer inneren, geschlossenen, die sich direkt im Kontakt mit dem Wein befindet und eines äußeren, offenen mit Wasser gefüllten Behältnisses, das mit einem eigenen Pfropfen verschlossen ist. Der Gäraufsatz wird in den Spundverschluss, oben auf das Fass gesetzt oder direkt in das Spundloch (der Fass-Öffnung).

Seine hauptsächliche Funktion ist es, die Fässer auffüllen zu können, ohne sie zu öffnen, um so den Kontakt von Wein und Sauerstoff zu limitieren. Indem man die erste „Blase“ beobachtet, kann man viel über die Vorgänge im Fass ablesen: Aufgrund der Transparenz des Glases kann man sehen, ob der Wein gestiegen ist oder sich zurückgezogen hat und man weiß, ob es nötig ist, etwas hinzuzufügen oder wegzunehmen. Der Wein ist ein lebendiges Produkt, er tendiert dazu sein Volumen auszudehnen und zu vermindern, je nach klimatischen oder anderen Veränderungen; er dehnt sich zum Beispiel in Nächten mit Vollmond aus und zieht sich umgekehrt zurück, wenn kein Vollmond am Himmel steht. Eine andere Funktion des Gäraufsatzes ist die eines „gluckernden“ Gärröhrchens, das durch seinen Aufbau, während der Fermentation das Austreten von Gasen oder Flüssigkeiten erlaubt, ohne Luft eintreten zu lassen.

Zur Erfindung dieses Objektes gibt es verschiedene Hypothesen. Jüngere Theorien lassen auf Leonardo da Vinci schließen; es gibt jedoch keine Dokumente, die das bestätigen. Während glaubwürdige Quellen –– die unter anderem auch vom großen Giacomo Tachis wiederaufgenommen wurden, wie man in „La vite e il vino dalle origini ai nostri giorni“ (Die Rebe und der Wein, von den Ursprüngen bis in unsere Tage) nachlesen kann –– berichten, dass dem XIX. Jahrhundert viele wichtige Erfindungen im önologischen Bereich zugeschrieben werden: die erste Zylinder-Presse, ein Werk von Doktor Romeni, und der Gäraufsatz aus Kristall, entwickelt von Monsignor Arcangeli, um nur einige Beispiele zu nennen.

Formati grandi e preziosi come conservarli in cantina.

Non tutti i vini e non tutte le annate sono ideali per un lungo invecchiamento. Anche le migliori etichette hanno una durata limitata nel tempo se la stagione non è stata climaticamente perfetta.

Il clima ha un grande peso nell’eccellenza dei vini e nel loro invecchiamento. Per quanto riguarda i vini rossi il loro potenziale di invecchiamento dipende inoltre dal tipo di uva, dalla limitazione della resa in vigna, dalla presenza dei tannini. Il vino in bottiglia negli anni si affina, i tannini decadono, si ammorbidiscono e il vino diventa più morbido.

Perchè usiamo bottiglie più grandi? Le dimensioni sono importanti, qui il vino invecchia più lentamente rispetto alle bottiglie normali, in quanto, in proporzione alla massa di vino inserita, resta meno ossigeno all‘interno della bottiglia quando viene tappata; la maturazione è più lento e aumentano la qualità del gusto e dei profumi.

Nelle grandi annate produciamo formati speciali: Magnun, Jéroboam, Imperiale, Mathusalem Balthazar, Nabuchodonosor. I nostri grandi formati vengono custoditi in una sala a temperatura di 18° con un tasso di umidità dell’85% e oltre a tutti questi accorgimenti, alla fine una grande dose di cura e passione.