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Formati grandi e preziosi come conservarli in cantina.

Non tutti i vini e non tutte le annate sono ideali per un lungo invecchiamento. Anche le migliori etichette hanno una durata limitata nel tempo se la stagione non è stata climaticamente perfetta.

Il clima ha un grande peso nell’eccellenza dei vini e nel loro invecchiamento. Per quanto riguarda i vini rossi il loro potenziale di invecchiamento dipende inoltre dal tipo di uva, dalla limitazione della resa in vigna, dalla presenza dei tannini. Il vino in bottiglia negli anni si affina, i tannini decadono, si ammorbidiscono e il vino diventa più morbido.

Perchè usiamo bottiglie più grandi? Le dimensioni sono importanti, qui il vino invecchia più lentamente rispetto alle bottiglie normali, in quanto, in proporzione alla massa di vino inserita, resta meno ossigeno all‘interno della bottiglia quando viene tappata; la maturazione è più lento e aumentano la qualità del gusto e dei profumi.

Nelle grandi annate produciamo formati speciali: Magnun, Jéroboam, Imperiale, Mathusalem Balthazar, Nabuchodonosor. I nostri grandi formati vengono custoditi in una sala a temperatura di 18° con un tasso di umidità dell’85% e oltre a tutti questi accorgimenti, alla fine una grande dose di cura e passione.

Romina Ridolfi Sommelier Ais vince Borsa di studio 2016

” E’ Romina Ridolfi, la giovane sommelier dell’Ais, l’Associazione Italiana Sommelier, che si è aggiudicata la borsa di studio “Vincenzo d’Isanto” di 700 euro – pari al costo per l’iscrizione al corso di terzo livello – in occasione dell’iniziativa organizzata per il terzo anno consecutivo, dall’azienda agricola I Balzini, guidata da Antonella D’Isanto.
Tutte donne le tre finaliste, con Annamaria Taccioli e Valentina Mannucci, rispettivamente seconda e terza classificata.
Le selezioni, avvenute nell’azienda I Balzini, sono iniziate nella mattinata di ieri, con lo svolgimento della prova scritta e la degustazione bendata, durante la quale tutti i candidati hanno saputo riconoscere il vino de I Balzini. Da qui sono emersi i nomi delle tre finaliste che, nel pomeriggio, di fronte alla giuria, hanno affrontato l’esame orale aperto al pubblico, descrivendo l’azienda I Balzini e uno dei vini di sua produzione, scelto al momento della prova dagli esaminatori stessi.
Una giuria che, oltre ai delegati Ais di Firenze, fra cui è spiccato il nome del presidente, Massimo Castellani, uno dei sommelier più importanti d’Italia, ha visto la presenza di Vincenzo D’Isanto, cui la Borsa di studio è intitolata e della pittrice Elisabetta Rogai, che dipinge con il vino, come membro esterno.
Nel pubblico, ad assistere alla prova d’esame, c’era anche Maria Ghinozzi della Squadra Mobile di Firenze.
La vincitrice è stata scelta per aver dimostrato disinvoltura, proprietà di linguaggio nell’esposizione, abilità nel saper comunicare le impressioni provate con la degustazione, oltre a conoscenze approfondite sull’azienda I Balzini e i suoi vini.
Tutte e tre le finaliste hanno dichiarato di voler rendere la qualifica di sommelier la propria professione. E questo segue esattamente il principio basilare della Borsa di studio Vincenzo D’Isanto e nel quale Antonella D’Isanto crede fortemente: “La cultura del vino e del bere consapevole – sostiene l’ideatrice dell’iniziativa – sono valori che i giovani sommelier di oggi ereditano e che rappresentano certamente una passione ma anche la possibilità di un futuro professionale, per costruire il quale è importante dar loro il giusto sostegno: morale ed economico”.

Estratto dell’articolo su La Nazione di  Ilaria Biancalani