In vigna la natura si è espressa, c’è l’allegagione

Allegagione. Il termine è ostico, la lingua ci inciampa, ma vuol dire che i fiori nel vigneto sono fecondati.

La scorsa settimana abbiamo pubblicato le foto delle infiorescenze, scrivendo che a breve sarebbe cominciata la fecondazione, complice la brezza.

Il nostro amico Sangiovese ha dato il meglio di sè, si vede chiaramente dalla foto come i fiori si stiano trasformando in acini; quelli non fecondati cadranno e avremo la “colatura“.

Questo è un momento delicato del ciclo produttivo, importanti sono le temperature, generalmente sopra ai 15° ma che non dovrebbero superare i 35°; parimenti importanti l’insolazione, le buone pratiche culturali e l’attenzione alle malattie.

A breve l’infiorescenza si trasformerà in grappolo, gli acini cresceranno e avremo il “pepeverde“, quei bellissimi teneri grappolini che fanno pregustare la gioia del momento più importante per vignaioli; la vendemmia. La strada per la produzione di un ottimo vino è ancora lunga…

Imbottigliamento vino e assaggi in lavorazione

C’è un periodo ideale per imbottigliare il vino? Seguire la luna, che non piova o tiri vento

Antiche tradizioni indicano i periodi migliori per imbottigliare il vino e pare che per i vini di lungo invecchiamento quello più appropriato sia l’estate, sull’utimo quarto della luna calante e possibilmente in una bella giornata. Non ci sono ovviamente prove scientifiche, ma sono credenze e tradizioni che fanno parte della cultura millenaria del vino, fanno parte delle nostre tradizioni e ogni tanto fa piacere ricordarle.

Noi seguiamo l’evoluzione del vino passo dopo passo; dopo la fermentazione ci incontriamo spesso con la nostra enologa, Barbara Tamburini, per gli assaggi, per decidere insieme la composizione del blend; degustiamo le annate in affinamento per valutarne la maturazione, assaggiamo i campioni dei nuovi vini per analizzarne le caratteristiche e decidere per l’imbottigliamento. Noi facciamo due imbottigliamenti l’anno: uno verso la fine di giugno inizio luglio per I BALZINI White e Black Label e all’inizio dell’anno gli altri vini.

Da noi l’imbottigliamento viene effettuato tramite un’azienda che fornisce un servizio mobile dotato di sciacquatrice per il lavaggio delle bottiglie vuote; riempitrice: a caduta leggera; tappatore: idoneo per i vari tipi di tappo. La scelta, di avvalersi di professionisti esterni dipende dal fatto che l’operazione di imbottigliamento è comunque un momento importante per la vita del vino e in questo modo ci assicuriamo la massima efficienza di chi ogni giorno dedica le proprie energie a questa attività, così come noi ci dedichiamo alla produzione del vino.

A richiesta questi impianti sono dotati di etichettatrice e nastratrice per cartoni; nella nostra azienda queste due ultime funzioni non vengono utilizzate in quanto facciamo fare un lungo periodo di affinamento ai vini che custodiamo in cantina, in ambiente climatizzato, senza etichetta e senza capsula per controllare la bottiglia fino all’ordine. Poi vi parleremo di come facciamo affinare il vino in cantina per almeno 24 mesi.

La vigna è in fiore, ci prepariamo al nuovo vino

Passeggiare nel vigneto fiorito, l’emozione di immaginare i grappoli d’uva che verranno

In questo periodo dell’anno in vigna avviene la fioritura: questa è la fase più breve del ciclo riproduttivo, la sua durata varia tra i 10/20 giorni; può iniziare dalla fine di aprile fino all’inizio del mese di giugno, dipende dalla latitudine di dove è impiantato il vigneto.

Come per tutte le fasi vitali della pianta, il suo inizio dipende dalla luce e dalla temperatura. Solitamente si schiudono prima i fiori centrali del grappolo, poi quelli distali e, infine, quelli delle ali.

Le intemperanze climatiche non fanno bene alla fioritura, la pioggia, il vento, le temperature basse, i trattamenti chimici, sono dannosi per questo processo. Il clima ideale dobvrebbe essere asciutto con lieve brezza. Il vento in questa fase è importantissimo per l’impollinazione: i cappucci fiorali (caliptra), che proteggono il fiore, sono caduti e comincia la fecondazione. La leggera brezza trasporta il polline da un fiore all’altro fecondandolo.

Da adesso aspetteremo “l’allegagione“, ovvero l’ingrossamento dei fiori fecondati che si trasformeranno in acini. Ma ne parleremo più avanti.

I Balzini Gold Label, un vino nato dal sogno di una donna

Il Tirreno celebra i vini gioiello che fanno sognare winelovers e appassionati di tutto il mondo

Una produzione limitata, 386 bottiglie e 270 Magnum, tutte numerate e certificate, per un Merlot in purezza che si veste d’oro. Tappi annusati a mano ed etichette in oro zecchino sono solo l’ultimo step di un percorso produttivo che nasce, è proprio il caso di dirlo, nelle profondità di un mare preistorico che custodisce residui e sentori marini.

Ecco cosa dicono di noi. Scopri I Balzini Gold Label nell’articolo di Lara Loreti, pubblicato su Il Tirreno nella rubrica Toscana Economia.

Quale vino dei nostri vigneti offrirei a Trump e Obama

Il Presidente Americano Donald Trump e Barak Obama entrambi in visita Italia

E’ proprio il caso di dire che si tratta di una rarissima, forse fortuita e rara coincidenza: il Presidente Usa in carica e quello uscente calcano entrambi il suolo del Belpaese. Il primo arriva oggi a Roma, l’altro gira felice, assieme alla moglie Michelle, per le strade di Siena.

Il nostro Paese non può non incantare questi due uomini eccezionali, le città che li accolgono vantano bellezze uniche al mondo; ma oltre alle bellezze artistiche, avranno modo di gioire dell’eccellenza della cucina e dei vini italiani. Già Barak Obama, grazie al colto intervento di Filippo Bartolotta, si è approcciato al mondo del vino italiano e in particolare a quello toscano. Vedremo di sapere cosa ha degustato Donald Trump.

A I Balzini, per i due Presidenti avremmo scelto due dei nostri vini: per Trump un vino austero tipicamente toscano I BALZINI White Label ’98. Un vino d’annata perchè sono solo gli anni che conferiscono a questo audace taglio di Sangiovese e Cabernet Sauvignon al 50%, l’impronta toscana. Nel tempo il vino perde le note vegetali del Cabernet e avanza con carattere il Sangiovese regalando al vino la sua tipicità: note di sottobosco, frutta a bacca nera.

Per Obama invece avremmo scelto I BALZINI Black Label 2001, annata straordinaria. Questo blend bordolese può regalare grandi emozioni olfattive; le uve crescono in un vigneto di origine pliocenica, quindi ricco di fossili e residui di sostanze organiche marine. Il Cabernet Sauvignon è ingentilito dal Merlot, che lo rende seducente e dai profumi indimenticabili.

Che cosa è la spollonatrice?

Togliere l’erba che cresce sotto i filari evitando i diserbanti, a I Balzini usiamo la spollonatrice per produrre un vino ecofriendly

L’erba, che cresce sotto i filari della vite, deve essere estirpata per controllare il tasso di umidità, far respirare il vigneto, l’uva e conseguentemente per migliorare la qualità del vino. In passato, ma la pratica sussiste ancora oggi, queste problematiche venivano risolte con l’uso del diserbo.

A I Balzini, invece, l’attenzione al territorio ci ha indotti ad adottare metododi biologici; non usiamo diserbo chimico ma una macchina: la spollonatrice.

Questa, attaccata al trattore, estirpa l’erba senza l’uso di additivi chimici. Con un rullo ruotante di circa cinquanta centimetri, munita di flagelli in plastica, pulisce dall’erba la zona intorno alle piante e, passando sotto i filari, spollona anche le viti, cioè toglie i tralci cresciuti sul gambo della pianta che, per garantire la qualità del vino, vengono selezionati. E’ un lavoro dove ci vogliono capacità e attenzione; il nostro trattorista Filippo le ha, guardate il suo lavoro nelle foto prima e dopo.

Noi, oltre al rispetto per il territorio e per il consumatore, teniamo in grande considerazione lo staff aziendale e cerchiano di non esporre il personale a contatto con additivi chimici, a salvaguardia della propria salute.

La nostra filosofia aziendale è di fare vini che sono “l’interpretazione di un territorio” lavorato e curato con un metodo di lavoro ecosostenibile, dalla vigna proseguendo per tutto il ciclo lavorativo, fino alla bottiglia.

Caprioli in vigna. Teneri e dannosi, ci difendiamo così

Ecco un cucciolo di capriolo nel vigneto, come fai a sopprimerlo? In modo naturale ovviamente. Vi raccontiamo come ci difendiamo

I caprioli, come del resto altre specie animali, fanno diversi danni ai vigneti: decorticano i giovani germogli e, proprio a loro, è imputata questa razzia; mentre le scorpacciate dell’uva le fanno assieme ai cinghiali, ma questi fanno molta meno tenerezza…

Trovare un cucciolo di capriolo immobile nel vigneto, perchè ancora non ha la forza di muoversi e l’istinto gli dice di stare fermo e fingersi morto, a tutto lo staff de I Balzini intenerisce il cuore. Rispetto per l’ambiente, per gli animali ed ecologia sono sempre al centro delle nostre attenzioni, pertanto lo rispettiamo, evitiamo di fare lavori intorno, aspettiamo un paio di giorni che la mamma torni a prenderselo.

Eppure i caprioli ci procurano danni, diminuiscono la produzione di vino. Ma, come detto, il rispetto per gli animali ci suggerisce di usare metodi alternativi per la difesa delle viti.

Quest’anno abbiamo sperimentato un repellente olfattivo, utilizzabile in agricoltura biologica, un liquido emulsionabile a base di grasso di pecora la cui utilizzabilità è inserita nella Banca Dati Fitofarmaci del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Fortemente repellente per i caprioli risulta inodore per l’uomo. Al momento sta funzionando, non abbiamo danni sui germogli, per i cinghiali, ci penseremo… per salvaguardare il nostro vino.

Mercoledì Letterari alla Fornace Agresti all’Impruneta

I Balzini Red Label e il progetto di Marco Vichi, quando letteratura e vino si intrecciamo in una liason amorosa

Marco Vichi, scrittore fiorentino, anni fa ha conosciuto Antonella D’Isanto, appassionata dei suoi libri e proprietaria de I Balzini. L’occasione fu l’uscita del romanzo, “La vendetta”, che venne presentato anche a Barberino Val d’Elsa e dopo la presentazione Antonella diede in dono a Marco i suoi vini. Vichi, innamoratosi de I Balzini, decise di fare ad Antonella una sorpresa e in un capitolo di un suo libro, il suo mitico personaggio il Commissario Bordelli chiede a una vecchia signora, poco fuori le mura di Barberino Val d’Elsa, dove si trovasse l’azienda. “Mi scusi, sto cercando il podere I Balzini”, da questa prima frase l’azienda agricola I Balzini entra nelle storie di Marco Vichi che con “Il commissario Bordelli” ha conquistato il pubblico italiano e straniero amante dei noir.

Il vino entra ancora nelle storie di Bordelli che qualche volta lo degusta in compagnia del Colonnello Bruno Arcieri, altro grande e intenso personaggio poliziesco creato dallo scrittore Leonardo Gori. Antonella ama tantissimo i libri e ha gusti onnivori in fatto di letture. Inoltre, è sostenitrice dell’idea che ci vorrebbe un rapporto più intenso tra letteratura e vino, in quanto scrivere di come si fa questo prodotto è molto complesso; è un mondo sconosciuto ai più, è un universo multidisciplinare. Sostenitore di queste difficoltà lo è anche Étienne Davodeau, famoso fumettista francese che di recente ha pubblicato un libro che affronta la complessità di questo lavoro in modo magistrale. Si tratta di Gli ignoranti. Vino e libri: diario di una reciproca educazione. Al centro del racconto c’è il legame che intercorre tra il Vino e il Tempo e l’autore sceglie di raccontarlo seguendo il ciclo annuale del vigneto e dell’uomo.

In questo amore per i libri Antonella è vicina agli scrittori e alla presentazione dei libri, infatti ha sostenuto il progetto dei Mercoledì Letterari alla Fornace Agresti all’Impruneta, dove questa sera è prevista la presentazione di un’opera di Enzo Fileno Carabba. Condurranno la sera Marco Vichi e Divier Nelli, con lettura di brani dalla splendida voce di Lorenzo degli Innocenti.

A fine serata ci sarà un brindisi con I Balzini Red Label 2014, blend a base di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon, un vino elegante, di grande impatto olfattivo, fresco e piacevole da bere.

Ausgeizen ist kein Schimpfwort sondern trägt zur Gesundheit des Weinstocks bei

Eine langwierige und geduldige Handarbeit, Rebe für Rebe, um einen ausgezeichneten Wein zu erhalten

In diesem Zeitraum befindet sich der Weinberg in der phenolischen Phase der „Vorblüte“. Es ist der Moment, der eine wahre Geduldsarbeit erfordert, die vollständig per Hand ausgeführt werden muss: das Ausgeizen, auch „Grüne Lese“ genannt. Sie besteht im Lichten der Triebe, im Entfernen der unfruchtbaren und im Stehenlassen einer Auswahl der besten Sprossen. Die Pflanze von einem zu üppigen Fruchtstand zu befreien, ist die Grundlage für eine erste Traubenselektion, die für ein qualitativ hochwertiges önologisches Ziel maßgeblich ist, um einen ausgezeichneten Wein zu erhalten.

Durch dieses Verfahren, zusammen mit dem Stockputzen (dem Entfernen jeglicher Triebe am Fuß des Weinstocks) gelingt es, die Luftfeuchtigkeit im Innern des Weingartens herabzusetzen und eine bessere Durchdringung mit den biologischen Pflanzenschutzprodukten zu erhalten, wobei gleichzeitig die einzusetzende Menge reduziert werden kann.

Bei I Balzini ist die vorherrschende Erziehungsform der Reben die Kordonerziehung und das Ausgeizen übernimmt eine sehr wichtige Rolle, da man die nach unten und in Richtung der Biegung austreibenden Sprossen im kontinuierlichen Spalier entfernt. Gleichwohl werden sie manches Mal auch beibehalten, obwohl sie unfruchtbar sind, denn sie dienen zur Erneuerung der Rebenpflanze während des darauffolgenden Winters.

Diese Arbeit muss gemacht werden, wenn die Triebe noch zart sind, um sie besser zu entfernen. Unter dem Blickwinkel der biologischen Landwirtschaft, mit Produkten, die auf Kontakt reagieren, ist das Ausgeizen für den Metabolismus der Rebe nötig. Auch wenn man damit einen Teil der Produktionsmenge opfert, sorgt man für eine bessere Verteilung des Rebwassers, das sich jetzt zu den Haupttrieben orientieren kann und das Wachstum dort anregt, mit dem Ergebnis von gesunden Trauben und einem ausgezeichneten Wein.

Scacchiatura non è una parolaccia ma salute della vite

Un lavoro lungo di pazienza fatto a mano, pianta per pianta, per avere un ottimo vino.

In questo periodo, nel vigneto, ci troviamo nella fase fenologica di “prefioritura”. E’ un momento che richiede un lavoro certosino, completamente manuale, la schiacchiatura, chiamata anche “potatura verde”. Consiste nel diradamento dei tralci, con l’eliminazione di quelli sterili e la selezione dei migliori “capi a frutto”. Alleggerire la pianta da un carico di grappoli elevato è la base per una prima selezione delle uve, fondamentale per un obiettivo enologico di qualità e per avere un ottimo vino.

Questa, insieme alla spollonatura (pulitura del gambo della vite), riesce ad abbassare il tasso di umidità all’interno del vigneto e ad avere una migliore penetrazione dei prodotti fitosanitari biologici, riducendone le quantità necessarie.

A I Balzini, la forma di allevamento prevalente è a cordone speronato e la scacchiatura assume un ruolo di grande importanza; con questa si eliminano i germogli spuntati sotto e sulla curva del cordone permanente, ma che tuttavia vengono talvolta lasciati, benchè sterili, per rinnovare la pianta durante l’inverno successivo.

Questo lavoro deve essere fatto quando i germogli sono ancora teneri, per asportarli meglio. In un’ottica di agricoltura biologica, con prodotti che agiscono per contatto, la scacchiatura, seppur sacrificando la produzione da un punto di vista quantitativo, serve al metabolismo della vite, conferisce una migliore diffusione della linfa, orientata adesso verso il germoglio principale, e ne migliora la crescita, con il risultato di uve sane e un ottimo vino.